foto700
foto711
foto700
foto687
foto549
foto548
foto643
foto214
foto713
foto022
foto442
foto441
foto542
foto205
foto088
foto712
foto389
foto714
foto426
foto648
foto650
foto671
foto715
fotO482
foto688
foto515
foto685
foto686
foto541
foto600
foto543
foto599
foto423
foto601
foto684
foto998
foto999
         
   

 

foto734
foto042
foto012
foto013
foto010
foto461
foto120
foto735
foto031
foto019
foto102
foto742
foto025
foto110
foto325
foto461
foto048
foto060
foto089
foto016
foto086
foto736
foto629
foto036
foto668
foto043
foto061
foto017
foto075
foto098
foto020
foto214
foto023
foto254
foto004
foto087
foto049
foto651
foto232
foto110
foto087
foto016

 

foto284
foto082
foto045
foto079
foto085
foto038
foto015
foto026
foto316
foto008
foto225
foto046
foto027
foto293
foto067
foto037
foto014
foto213
foto081
foto055
foto631
foto079
foto317
foto636
foto062
foto311
foto180
foto741
foto024
foto689
foto129
foto112
foto122
foto009
foto051
foto007
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
foto078
 
FOTO-BIOGRAFIA

Gianluigi Serravalli nasce a Ferrara nel 1949.
A Milano dal ’55 comincia a dipingere molto presto. Si diploma al Liceo Artistico e in seguito insegna arte per 35 anni. La passione per le arti visive lo porta ad esplorare altri linguaggi.
Parallelamente alla docenza, svolge l’attività di documentarista indipendente, fotografo e pittore. Dal ’74 si perfeziona sotto la guida del Prof. F. Maggi del C.F.C. di Milano . Seguono 5 partecipazioni al Festival Internazionale Cinevideoautori Indipendenti (FNC) dove si impone nella Sez. Opera Prima nell’80, per ottenere poi il prestigioso “fotogramma d’oro”nell’82. Il cortometraggio vincente sarà proiettato anche al Teatro delle Erbe di Milano dove riceverà il riconoscimento del Comune dalle mani di W. Alberti , storico del cinema e Conservatore della Cineteca Italiana.

Per trent’anni svolge l’attività di documentarista free-lance, curando personalmente montaggio, musiche e animazioni. Nel ’79 e ’80 è invitato da “Italia Nostra” a proiettare 3 suoi documentari dedicati alla difesa del patrimonio storico artistico italiano. Dal ’79 all’82 è assunto come tecnico operatore sportivo della FISN/CONI. Su commissione produce un documento per la Fed. Canoa Fluviale. Nel 1985 un suo filmato tecnico scientifico, commissionato dal CESI è presente nel padiglione ENEL alla Fiera Camp. di Milano. Nel 1990 produce un ultimo filmato a carattere ironico-surreale sull’ampliamento dello stadio di San Siro, per incrementare solo l’attività fotografica e pittorica. Suoi dipinti e foto arredano case private a Milano e in diverse città italiane, ma anche in Germania, Francia, Svizzera, Spagna, Grecia, Bulgaria, Australia e USA.

Nel 2009 è primo classificato su 140 artisti al concorso pittorico commemorativo dedicato dal Comune di Milano allo scrittore Giovanni Verga. Il dipinto, donato, è oggi nel museo “G.Verga” di Vizzini (CT). Una decina di dipinti appaiono su copertine di narrativa italiana, tra cui il Premio Bagutta 2000 dello scrittore G. Chiara - Ed Marsilio e un CD musicale. Due noti Studi Legali a Milano hanno arredato gli interni con foto e dipinti. Una foto è nelle collezioni d’arte della sede milanese della farmaceutica francese “Omeopatica Boiron”. Nel 2017 e 18 è invitato al Photofestival. Collabora da diversi anni con “Edizioni Quattro” per gli apparati fotografici, diversi scatti appaiono sul giornale di Zona 4. Numerose foto appaiono nel saggio: “A sud dello Scalo Romana, suggestioni e vocazioni di un’area in trasformazione“. Il saggio è presentato alla fine del 2017 in Galleria V.Emanuele e alla Fondazione Prada nel 2018 a Milano. Per le mostre, collettive e personali, sia pittoriche che fotografiche si rimanda alle varie sezioni nel sito dell’autore.

 

Gianluigi Serravalli

 

LA FOTOGRAFIA DI GIANLUIGI SERRAVALLI

La mia pittura è identificabile nel realismo esistenziale, talvolta onirico e strutturato. Ma fare della fotografia può essere frustrante: la fotocamera rende più difficile avere uno stile riconoscibile.

Uno scatto fotografico non sarà mai un prodotto da laboratorio e il tecnicismo esasperato, con le contemporanee devianze pittoricistiche, nega il pensiero fotografico e non mi interessa. Una buona foto rivela il pensiero e lo sguardo dell’autore che non potrà mai essere sostituito dalla tecnologia. “La fotografia è un modo di vedere non l’atto di farlo”: Susan Sontag. Ho iniziato negli anni ‘70 con una reflex Canon FtB manuale corredata da un 28mm e un 60/300mm. Dal 2009 opero con una reflex digitale Lumix G1, leggera e di piccole dimensioni che mi permette di passare inosservato. Utilizzo due zoom Laica 14/45 – 45/200. Ridurre all’essenziale i mezzi è un buon punto di partenza per la semplicità espressiva.

Una delle possibilità del fotografo maturo poggia sull’autoironia, per quelle storie inventate dal vero, quelle metafore visive che si esprimono nei dettagli e ne amplificano i molteplici significati. Uno scatto “denso” può essere osservato in due modi: per guardare cos’è, ma anche per vedere cosa sembra!

Intuizione, spontaneità e senso compositivo nell’isolare l’essenziale, sono tra quelle facoltà che, in una frazione di secondo, possono fissare attimi di realtà irripetibili e, se a volte non perfetti, possono aggiungere verità alla realtà.

Tutto questo è facile a dirsi; tutt’altra cosa è scattare la “fotografia”. Accettare la sfida significa mettersi in gioco all’interno delle regole di una libertà creativa che sappia tradurre il mondo con uno sguardo più lento per sapersi fermare con un occhio diverso sulla realtà.

Gianluigi Serravalli

 

GIANLUIGI SERRAVALLI
TRACCE DI VITA MESSE IN SCENA

“Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà”. Queste parole del grande Henri Cartier-Bresson riassumono in maniera inconfutabile il pensiero di Gianluigi Serravalli, artista poliedrico, le cui opere si identificano nel realismo esistenziale.

La mostra “Tracce di vita messe in scena”, ospitata a villa Borletti a Origgio (VA) dal 24 giugno al 2 luglio 2017, raccoglie un'ampia selezione di fotografie realizzate prevalentemente in bianco e nero dagli anni Settanta ad oggi. Sono ritratti rapiti casualmente ai passanti durante i suoi viaggi nell'amata Francia, scene di vita quotidiana che si trasformano in vere e proprie parodie.

L'esposizione vanta anche gli scatti in digitale realizzati, a partire dal 2009, con una minuscola macchina fotografica per documentare il mondo circostante senza essere osservato. Serravalli, apprezzato anche come pittore, ha un carattere socievole e curioso, tipico delle sue origini ferraresi, capace di cogliere gli aspetti drammatici con ironia e sagacia.

Spontaneità, intuizione e un senso compositivo innato nella ricerca dell'essenziale sono le doti che caratterizzano le immagini immortalate dall'autore in situazioni a volte esilaranti, spesso irripetibili. Dunque uno sguardo acuto e lungimirante riesce a rendere sublime, attraverso semplici particolari, anche i soggetti insignificanti per l'osservatore.

Nei contesti raffigurati emerge sempre un senso di solitudine, un'incomunicabilità fra individui che si rispecchia in un vuoto sia fisico che spirituale. L'inquietudine del mal di vivere si manifesta in varie tipologie di opere descritte da Serravalli.

L'architettura urbana appare desolata, quasi metafisica, abitata da poche figure umane abbandonate dall'incuria della nostra cultura in parte devastata. Sono opere che fanno riflettere ma che rasentano la poesia e la musicalità.

di Francesca Bellola